Il liceo "Ribezzo" a Latiano e a Francavilla per il 25 Aprile

Gli studenti, i docenti e la dirigente del liceo "Ribezzo" lunedì 25 aprile sono stati impegnati nelle manifestazioni svoltesi nelle città di Francavilla e Latiano, per la celebrazione della giornata della liberazione. 

Francavilla

LATIANO

Lunedì 25 Aprile  alle ore 16:30 è convocato,  il Consiglio Comunale di Latiano, in seduta straordinaria aperta,presso Piazza Umberto I, alla presenza delle massime Autorità Civili, Militari e Religiose, nonché dei Consoli della Grecia, della Lituania, del Marocco e del Guatemala, dove saranno garantite le misure di sicurezza anti-Covid, per la trattazione degli argomenti all’ Ordine del Giorno:

1 – Comunicazioni del Sindaco

2 – 25 Aprile “Festa della Liberazione”- “Abolire le guerre, unica speranza dell’Umanità”- Tutti uniti per la pace.

3 – Conferimento della Cittadinanza Onoraria al Milite Ignoto.

Il Presidente del Consiglio Comunale, inoltre informa che a seguire, si procederà con la deposizione e benedizione della Corona d’Alloro al Monumento dei Caduti, in Piazza Capitano D’Ippolito e alla scopertura della Lapide al Milite Ignoto.  

Intervento della dirigente scolastica del liceo Ribezzo alla manifestazione

La libertà inizia dove finisce l’ignoranza” scriveva Victor Hugo e in questa frase si ritrova tutto l’impegno e la responsabilità della scuola nella formazione delle nuove generazioni. 

Da ciò comprendete come la cosa che mi rattrista di più è sentire ancora oggi qualcuno che chiede «Ma il 25 aprile è festa, no? E Che festa è?» Non avrei mai pensato — scriveva Norberto Bobbio nel ’94 — che si dovesse cogliere l’occasione dell’anniversario non tanto per rievocare gli eventi, quanto per farli capire a coloro che dopo mezzo secolo mostrano di non averli ancora capiti. 

Ma l'irruzione della realtà ci interpella inesorabile, come uomini e donne di scuola e come cittadini, e ci obbliga a fare i conti con quanto sta accadendo in Ucraina, mettendolo in relazione con la nostra storia  e con noi stessi. Proprio l'inermità dell'Ucraina invasa e aggredita, e la tragicità della guerra ci impediscono di consumare una celebrazione separata e cieca della nostra festa di liberazione.
 Gli istituti democratici che attraversano la nostra Carta Costituzionale sono qualcosa che vive e agisce come sviluppo e traduzione del rifiuto partigiano del fascismo, perché nasce direttamente da quello. L'opposizione e la lotta contro il sopruso dell'occupazione straniera e l'abuso di un potere dispotico ai danni della libertà.
È attraverso questi ideali pratici - figli della democrazia, nel suo esercizio di giustizia e libertà - che si costruisce una cultura e una pratica della pace. Ecco perché bisogna tornare a interrogare il fondamento etico del 25 aprile, riconoscere il carattere universale dei concetti di resistenza e liberazione, ieri e oggi per l'Italia, oggi e domani per l'Ucraina e per tutti i popoli oppressi.