Incontro con la cooperativa sociale l'Ala
«Noi raccontiamo delle storie perché in ultima analisi le vite umane hanno bisogno e meritano d'essere raccontate. Questa osservazione assume tutto il suo valore quando richiamiamo la necessità di salvare la storia dei vinti e dei perdenti. Tutta la storia della sofferenza grida vendetta e domanda d'esser raccontata» (Paul Ricœur, Tempo e racconto, vol. 1, traduzione di Giuseppe Grampa, Jaca Book, Milano, 2008, p. 123).
Ed è proprio nell’ascolto e nella condivisione di storie di vita che sono state coinvolte alcune classi seconde del nostro Istituto. Gli alunni e le alunne del secondo anno svolgono un percorso di Educazione Civica dal titolo “Valigie, storie di migrazione”. Il percorso, quindi, vuole avvicinare gli studenti e le studentesse al grande tema delle migrazioni affrontandolo, nelle diverse discipline, sotto diversi profili e sfaccettature. Tuttavia il titolo del percorso invita a considerare che le valigie, segno del viaggio e quindi delle migrazioni, rimandano a storie di vita, di persone con un volto e un’identità. Allora un elemento da “mettere in valigia” e da custodire come tesoro prezioso sono proprio le storie degli uomini e donne migranti.
Ed è così che grazie all’aiuto della Cooperativa Sociale “L’Ala” di Villa Castelli e della dott.ssa Viviana Sarcinella che, mercoledì 17 Aprile, si è potuto organizzare un incontro di condivisione con gli studenti e studentesse e con alcuni testimoni di migrazione.
Il primo testimone ascoltato è stato Drissa Kone, responsabile della Comunità Africana di Brindisi e provincia. Drissa è originario del Mali e, sfuggito dalla violenza familiare e civile, ha viaggiato per poter… vivere e aiutare altri, a partire dalla sua mamma, a vivere.
Il viaggio di Drissa supera l’immaginazione per numero di difficoltà e peripezie: i campi profughi, la strada nel deserto, la navigazione in mare senza qualcuno che sapesse governare la nave, le perdite, la morte dei compagni di viaggio, la violenza e molti altri elementi che ci hanno fatto “toccare con mano” come le notizie dei media sul tema “immigrazione” vengono spogliate di molti elementi che rimandano alla concretezza delle vicende umane delle persone oggetto delle notizie stesse. Tuttavia la storia di Drissa, raccontata non senza fatica ed emozione, è costellata da un fortissimo desiderio di vita e di bene tale da vivere ogni tribolazione enfatizzando la spinta ad andare avanti più che a tornare indietro. Si potrebbe dire che la storia di Drissa sia proprio un’educazione alla speranza intesa come virtù che apre al futuro e scoraggia la tentazione di limitare lo sguardo solo al proprio ombelico.
Il secondo testimone è stato Ibrahim che ha sedici anni e viene dalla Costa d’Avorio. Ibrahim oggi vive in una comunità alloggio per minori affidata alla cura della cooperativa sociale “L’Ala”. Il giovane testimone ha parlato coinvolgendosi in un’intervista doppia stile “Le Iene” con un nostro studente, Enrico, suo coetaneo.
L’intervista, usata come escamotage, ci ha fatto ancora una volta apprezzare la bellezza della narrazione di sé e la condivisone della propria storia. Ed è in questa condivisone che mantengono la loro tensione dialettica uguaglianza e diversità facendo apprezzare la ricchezza dell’essere comunità.
Nella conclusione dell’intervista doppia, su richiesta degli intervistatori, Iene improvvisate per alcuni minuti, Ibrahim ha fatto un augurio che giriamo di cuore a tutti coloro che sono arrivati alla fine di questo scritto: “ti auguro una buona vita”.